Ex mercati generali di Roma Ostiense
Agosto 2010

L’atto di nascita dei Mercati Generali è il 1910, quando, dopo che è definitivamente messo da parte il progetto di realizzare i mercati sui due fronti di viale del Re (attuale viale Trastevere), viene presentato il nuovo “Progetto per la costruzione dei Mercati generali e delle derrate alimentari” fuori Porta S. Paolo. I nuovi mercati sono prossimi allo scalo fluviale, ai già progettati Magazzini generali e alla erigenda ferrovia Roma-Ostia, con possibilità di un binario interno di raccordo.

Il progetto, elaborato dall’Ufficio tecnico comunale diretto dall’ing. Emilio Saffi, prevede due zone: una destinata al mercato della frutta e ortaggi e l’altra al mercato del pesce, carni e uova. I due settori sono divisi al centro da un’ampia zona destinata al raccordo ferroviario.
Il 1910 è un anno decisivo per lo sviluppo industriale della zona, che viene incoraggiato dall’ampliamento di un primo tratto della via Ostiense e dall’insediamento delle prime officine municipali volute dalla giunta
Nathan per “combattere” la concorrenza privata. Se terminati nel tempo inizialmente previsto, i Mercati avrebbero perciò costituito il fiore all’occhiello degli obiettivi del sindaco Nathan circa il controllo municipale nella capitale.

Il mercato degli erbaggi e frutta prevede un fabbricato d’ingresso prospiciente la via Ostiense (per la direzione, le abitazioni dei dirigenti e custodi, l’ufficio daziario e delle guardie municipali, l’ufficio sanitario, postale e telefonico). Lungo il perimetro del mercato sono previste una serie di magazzini, tettoie in cemento armato e vasti piazzali. Lungo le due ali esterne, nelle vie laterali al mercato, vengono progettati i locali per scuderie e rimesse.

Il mercato del pesce, abbacchi, polli, uova affaccia sulla progettata stazione del Mercato lungo la linea Roma-Ostia, con un edificio d’ingresso dove vengono ugualmente collocati gli uffici per la direzione. Al centro dello spazio destinato a questo settore è previsto il grande padiglione per la vendita del pesce (mq. 3.250) e, ai lati, sei padiglioni (tre per parte) per la vendita di abbacchi, polli, uova. Il piano seminterrato viene destinato alle celle frigorifere.

Tutti i padiglioni vengono progettati sopraelevati rispetto al piano di calpestio esterno, per maggiore comodità di carico e di scarico delle merci (E. Saffi, “Il nuovo mercato generale di Roma” in Annali della Società degli ingegneri e degli architetti italiani, XXIX, n.12, 16/6/1914). Nel 1912 la commissione dell’Ispettorato edilizio concede l’autorizzazione; in seguito, vengono espropriati i terreni, inizialmente quelli appartenenti ai Fajella (proprietari dell’attigua vetreria Fajella) e quindi i terreni appartenenti ai Torlonia, per i quali occorre una lunga sequela di contrattazioni.

Gli eventi bellici arrestano l’esecuzione del progetto e solo nel febbraio 1922 il “Consorzio edile italiano” consegna i fabbricati. Tuttavia l’attività del mercato è soltanto parziale in quanto, da un documento del giugno 1922 (Conservatoria, Comune di Roma), si viene a conoscenza che della superficie complessiva di 100.000 mq. soltanto 14.000 risultano essere coperti, mentre la superficie scoperta è di ben 85.000 mq. Nel febbraio 1922 in pratica si inaugurano: per i mercati delle erbe i fabbricati con ingresso sulla via Ostiense, ai numeri civici 109, 111, 113, i magazzini con le antistanti tettoie e i chioschi adibiti a bar, tabaccheria, telefono; per il mercato del pesce tre fabbricati interni dei quali, nella stima dei fabbricati (febbraio 1922), risultano esserci solamente le fondazioni e le mura di elevazione fino al piano di copertura dei sotterranei.

Nel 1924 viene quindi realizzato un secondo lotto di lavori che – come si evince dai nuovi progetti esecutivi (ASC, Fondo contratti, 1924, parte IV, vol.I) – comprende il padiglione del pesce totalmente rinnovato nella sua struttura e configurazione spaziale e i padiglioni per la vendita di abbacchi e pollame. Mentre il progetto del 1910 prevedeva un ampio uso del ferro, nella seconda fase di costruzione, si hanno modifiche di ordine architettonico e strutturale: viene sostituito al ferro l’uso di muratura e di cemento armato, e le coperture a volta sono sostituite da coperture con architravi. Si ampliano gli elementi funzionali e si riducono gli elementi decorativi, i fregi, le volute, gli stucchi liberty; le cancellate ed il fornice dell’ingresso principale perdono il loro aspetto monumentale. Le aree vuote vengono man mano occupate da altri padiglioni e gli edifici perimetrali vengono in parte sopraelevati, privando, con interventi differenziati nel tempo (anni ’30-’40 e fino agli anni ’60), l’assetto dei Mercati della loro originaria identità funzionale e morfologica.

Enrica Torelli Landini

dalla pubblicazione “Le Fabbriche della conoscenza - Roma Tre nel territorio e nella riqualificazione dell’area Ostiense"
RETTORATO di ROMA TRE, 23-30 gennaio 2001” (
http://www.uniroma3.it)


12/08/2010 - A testimonianza di quel che resta dei Mercati Generali di via Ostiense a Roma

Oggi l'area degli ex mercati generali di via Ostiense giace nel più totale abbandono. Sono iniziati anni fa i lavori di riconversione ma poi si sono interrotti per beghe burocratiche e (immagino) successiva mancanza di fondi.
I lavori sin qui effettuati hanno portato alla demolizione di numerosi edifici e allo sbancamento di due o tre metri di terreno in vaste aree del complesso. Le costruzioni superstiti, tra cui alcune cisterne a torre per l'acqua, sembrano così emergere da una immaginaria palude che si sia ritratta, vinta dal progresso che le paludi non tollera.

Tutta l'area era edificata come si evince da queste immagini che ho trovato in rete:

Purtroppo all'interno dei fabbricati non esiste quasi più nulla, e le tracce degli uomini e delle donne che hanno vissuto, lavorato, riso e sofferto tra queste mura sono pochissime e sbiadite.
Il 12 agosto del 2010 sono entrato nell'area e ho scattato alcune fotografie (ringrazio Ettore, ancora una volta compagno di scavalco). In rete non sono riuscito a trovare nessuna serie di foto relativa a questi mercati in abbandono, quindi forse questi scatti valgono qualcosina in più.
Trovate il tutto qui di seguito.

Pietro

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